Verifiche tecnico-geognostiche sulla struttura arginale del torrente Tresinaro (RE)

Su incarico della Regione Emilia-Romagna, Agenzia per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile – Servizio Affluenti Po – sede di Reggio Emilia sono state eseguite indagini di tipo geognostico diretto (prove penetrometriche e sondaggi a carotaggio continuo) e geofisiche di tipo elettromagnetometrico, sismico e geoelettrico.
L’area di indagine ha interessato parte del bacino del Torrente Tresinaro, affluente in sinistra idraulica del Fiume Secchia, ed è collocata nei territori dei Comuni di Rubiera, Reggio Emilia, Casalgrande e Scandiano. In particolare le indagini hanno interessato il tratto del Tresinaro compreso fra il ponte della SP66 in località Arceto di Scandiano fino alla confluenza in Secchia.

La campagna di indagini ha avuto lo scopo di fornire informazioni utili per la definizione di un modello geologico, finalizzato alla ricostruzione litostratigrafica dei terreni dei corpi arginali e di fondazione nelle aree oggetto di studio, con particolare attenzione all’ambiente deposizionale, alla presenza di orizzonti superficiali sottofalda potenzialmente suscettibili di liquefazione o di sifonamento.

Le indagini sono state articolate nelle due fasi descritte di seguito:

• FASE 1 – ELETTROMAGNETOMETRO – Verifica estesa a tutta la lunghezza delle arginature accessibili mediante l’esecuzione di profili longitudinali. Questa tecnica, sfruttando la differenza di conduttività del campo magnetico generato all’interno del terreno, permette di individuare anomalie dovute a forti cambi di resistenza all’induzione magnetica.

Il risultato delle indagini è stato successivamente incrociato con le informazioni della banca dati ricostruita nella Fase Preliminare e con lo studio “verifiche georeferenziate e documentate dello stato di conservazione delle arginature, dal ponte di Arceto alla confluenza nel Fiume Secchia di cui alla Determinazione n. 2101 del 12/07/2017” al fine di correlare le informazioni.

Eventuali situazioni critiche o anomalie che non trovano riscontro nelle conoscenze disponibili saranno oggetto di ulteriori indagini nella seconda fase.

• FASE 2 – Indagini geognostiche e geofisiche di dettaglio per l’approfondimento e l’analisi delle criticità emerse nella prima fase di indagini.
Per quanto riguarda le prove geognostiche puntuali sono stati effettuati n.4 sondaggi a carotaggio continuo (con prelievo di campioni rappresentativi per le analisi di laboratorio e prove SPT) e n.4 prove penetrometriche CPT al fine di caratterizzare dal punto di vista geotecnico i terreni attraversati.

Infine sono state effettuate le prove geofisiche con metodologia sismica attiva (n.8 tomografie a rifrazione in onde P e S denominate da LS1 a LS8) sismica passiva (n.3 prove ReMi-MASW-HVSR) e tomografia geoelettrica (n.8 tomografie denominate da LE1 a LE8) in sovrapposizione agli stendimenti sismici a rifrazione.

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